#rileviamoperrivelare

21 Luglio 2018

IL SANTUARIO ITALICO DI PIETRABBONDANTE

LASER SCANNER E FOTOGRAMMETRIA (TERRESTRE E DA DRONE)

L’INASA, (Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte) sta conducendo una campagna di scavo nel santuario italico di Pietrabbondante (IS), sede di culto pubblico della nazione sannita fino agli inizi del I sec. a.C.

Nel 2017, sotto la supervisione degli archeologi che indagano il sito, è stata avviata una campagna di rilievo 3D ad altissima risoluzione della nuova area oggetto di scavo, il Santuario Orientale, caratterizzata dalla presenza di strutture tra cui si individuano dei sacelli.

Con l’utilizzo di laser scanner terrestre, tecnica fotogrammetrica e aerofotogrammetria da drone, sono stati realizzati rilievi di inquadramento dell’area, rilievi di dettaglio dei singoli elementi, rilievi ad altissima risoluzione di numerosi oggetti e frammenti provenienti dai nuovi scavi.

I PRODOTTI

Ortofoto da drone georiferite
Ortofoto ad altissima risoluzione
Nuvola di punti laser scanner ad altissimo dettaglio 3mm a 10m
Modelli 3D singoli oggetti e frammenti architettonici
Modelli 3D Texturizzati
Tour Virtuale Immersivo (con Oculus Rift) delle aree di scavo chiuse al Pubblico

Gallery

INFORMAZIONI STORICHE (INASA, http://www.inasaroma.org/)

Il santuario italico di Pietrabbondante (IS), sede di culto pubblico della nazione sannita fino agli inizi del I sec. a.C., è noto per le straordinarie testimonianze architettoniche dell’ellenismo italico costituite da un tempio minore e da un grandioso complesso teatro-tempio. Il tempio minore (cd. Tempio A), costruito agli inizi del II secolo a.C., si erge su un alto podio con quattro colonne sulla fronte e presenta un’unica cella. L’edificio fu scavato a partire dalla seconda metà del 1800 e attirò l’attenzione di rinomati studiosi per le epigrafi in lingua osca e per la cospicua quantità di armi bronzee rinvenute in prossimità della struttura. Tra la fine del II e l’inizio del I sec. a.C. ha inizio l’edificazione del complesso teatro – tempio (cd. Tempio B). Nel teatro sono ad oggi visibili cinque file di sedili in pietra: i primi tre ordini, posti più in basso, hanno spalliera ergonomica continua e terminante con braccioli scolpiti in forma di zampe di grifo. L’orchestra ha forma di emiciclo mentre il proscenio presenta cinque porte fiancheggiate da colonne e una cornice, sulla quale si impostava il tavolato ligneo del palco. Alle spalle di questo era la fronte della scena in cui si aprivano tre porte, da cui entravano e uscivano gli attori. L’edificio retrostante la fronte ospitava degli ambienti non visibili agli spettatori ed era completato esternamente da un porticato. Il teatro ospitava sia rappresentazioni sceniche sia le riunioni dei magistrati sanniti. Il tempio B si erge alle spalle del teatro e insieme ad esso costituisce un complesso monumentale edificato secondo un progetto unitario. La presenza di numerose iscrizioni permette di identificare lo stato sannitico come committente della grande impresa edilizia. La struttura templare più grande del Sannio presenta sui lati lunghi due terrazze con ambienti porticati.  Il pronao, insolitamente allungato, aveva sulla fronte quattro colonne con capitelli corinzi e vi si giungeva tramite una scalinata centrale che collegava il tempio ad un piano pavimentato, su cui sono ancora oggi posizionati gli altari. L’edificio si compone di tre celle: quella centrale si estende fino al muro di fondo, mentre le due laterali si interrompono creando due ambienti in cui erano custoditi i tesori.

Gli scavi condotti dall’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte a partire dal 2002, hanno consentito il ritrovamento di una casa ad atrio con impluvio, identificata con la domus publica del santuario con la funzione di ospitare sacerdoti, magistrati e ambasciatori. L’edificio, costruito tra la fine del II e gli inizi del I sec. a.C., è dotato di un portico destinato alla raccolta di doni votivi e ad attività cultuali. Qui è stata ritrovata una dedica a Ops Consiva (dea dell’abbondanza) e il suo sacrarium, un piccolo ambiente all’interno del portico. L’edificio, affine per tipologia alla Regia di Roma, costituisce il primo esempio monumentale di domus publica. In età augustea i beni immobili del santuario furono assegnati alla famiglia dei Socelli, che si insediarono nella domus adattandola alle loro esigenze. La frequentazione dell’area è documentata fino alla prima metà del IV sec. d.C.

Dal 2009 è stata indagata l’area delle tabernae (botteghe) posta tra il complesso teatro-tempio B e il tempio A articolata su due terrazze parallele. La prima fase di frequentazione si riferisce alla terrazza più alta e comprende due sacelli (prima metà II sec. a.C.) distrutti da un fulmine, interrato in una cassa litica ai piedi della piattaforma, insieme a numerosi materiali sacri e ossi animali fortemente combusti. La pratica del seppellimento rituale del fulmine, attestata tra gli Etruschi, permetteva di preservare il “fuoco celeste”, depositato dal fulmine sulla terra. Il riempimento rituale venne a creare la seconda piattaforma più bassa, allineata con il porticato del teatro. In epoca romana, sulla terrazza più alta furono costruite delle botteghe (tabernae), affacciate su un lungo porticato scandito da colonne. Tra la fine del III e gli inizi del IV sec. d.C. il portico fu chiuso e gli ambienti così ricavati, furono utilizzati a scopo residenziale ovvero come magazzini o negozi. Nel corso del IV secolo d.C. un incendio distrusse in modo definitivo tali strutture.

A Nord del teatro si estende un’area identificata come un cantiere antico, dove degli scalpellini interruppero repentinamente il lavoro, lasciandolo incompiuto. Sulla superficie dei blocchi allineati oggi visibili e destinati a un edificio di carattere monumentale, si riconoscono le tracce di vari tipi di scalpelli usati per lavorare la pietra. È assai probabile che l’antico cantiere risalga all’epoca della Guerra Sociale, quando il santuario smise di svolgere le sue principali funzioni; ciò spiegherebbe la brusca interruzione dell’attività degli scalpellini.

Nel 2014, a est del Tempio B, è stata individuata una nuova area caratterizzata dalla presenza di un edificio, parzialmente scavato, con planimetria complessa e all’interno del quale si distingue un vano a pianta circolare. I materiali di particolare pregio rinvenuti, permetterebbero di inserire i resti architettonici in un contesto prettamente sacrale e legato a particolari forme di culto. Alla luce dei dati finora raccolti, la struttura potrebbe essere interpretata come un heroon, luogo di venerazione relativo ad un personaggio illustre della comunità sannitica.

Nel 2010, nell’area orientale del sito, sono stati individuati un nuovo tempio, senza podio, costruito in terra cruda e con pianta tripartita, identificato con l’erario del santuario e, alle sue spalle, un edificio composto da tre ambienti affacciati su un’area porticata e destinati a custodire le offerte dei fedeli. Il complesso fu edificato negli ultimi anni del III sec. a.C., subito dopo il devastante passaggio delle truppe di Annibale. Nella cella è stata rinvenuta una trapeza (tavolo in pietra) con iscrizione in osco e i resti di una cassa di legno interrata contenente monete e gioielli. La struttura restò in uso fino agli inizi del I sec. a.C. ma i fedeli continuarono a portare offerte sulle sue rovine per altri 150 anni.

Del 2016 infine la scoperta di un terzo edificio che fu abbandonato agli inizi del V sec. d.C. con un complesso rito di cessazione in ottemperanza alle disposizioni teodosiane per la chiusura dei luoghi di culto pagani. L’ambiente centrale ospita i resti di un altare, una grande base di statua addossata al muro di fondo e alcuni significativi elementi architettonici di recupero che testimoniano la presenza di altri edifici nella zona. Il rituale di chiusura è testimoniato dalla presenza oltre 500 monete, e da numerose lucerne ad esse associate. La scoperta assume una rilevanza fondamentale non solo per la cronologia complessiva del santuario ma anche per la comprensione delle pratiche cultuali e dei riti nel delicato passaggio dal paganesimo al cristianesimo.

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